“Un nuovo ponte sullo stretto di Messina a tre archi e non più a luce unica, con l’arcata centrale di 2000 metri. Sarà un progetto meno costoso e con tecnologie più innovative rispetto al vecchio progetto a campata unica”
Lo rivela il quotidiano “La Sicilia” intervistando il prof. Aurelio Misiti, che nel 2011, come rappresentante del governo di Berlusconi, votò a favore della mozione che impegnava il governo “alla soppressione dei finanziamenti per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina”.
Il nuovo progetto, afferma Misiti, è in corso di realizzazione e se ne sta occupando Italferr, la società di ingegneria del Gruppo FS che ha già realizzato il nuovo ponte di Genova e prevede un pianale largo 60 metri, con quattro corsie autostradali e due corsie ferroviarie
«Ormai non è più un lavoro di ingegneria civile, ma un lavoro di ingegneria industriale. Il risparmio lo consentono anche i nuovi materiali: i fili d’acciaio sono più fini, più forti, prima ci volevano fasci di fili dello spessore di un metro e mezzo, oggi invece di 80 centimetri. Il grosso risparmio lo consentono i piloni piantati a mare, lo consentono le tecnologie più avanzate. Prima non si sapeva come lavorare sul fondo del mare per cui si progettavano grandi piloni piantati sulla costa. Ora i metodi sono cambiati, sul fondo del mare si può lavorare, come dimostra il ponte giapponese Akashi. Questo consente un risparmio enorme e inoltre permetterà di arrivare direttamente a Messina, invece che a Ganzirri. Con il ponte di 2000 metri non ci sarà bisogno di chiuderlo per 15 giorni l’anno a causa del vento; questo piaceva ai signori dei traghetti, ma non ci sarà bisogno di chiudere mai il ponte con i tre archi. Ecco perché tutti i costruttori di ponti non vanno oltre i 2000 metri”, afferma Aurelio Misiti a La Sicilia.
Si riduranno, oltre ai costi, anche i tempi di costruzione visto che potrebbe essere realizzato in quattro anni e permetterebbe di raggiungere Roma, da Catania, in tre ore e mezzo.
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